Sono ultimi giorni di luglio molto caldi per il Governo Monti, e non stiamo parlando soltanto degli anticicloni che investono il nostro paese con costanza settimanale. Il Senato sta discutendo in queste ore il decreto legge n.95 del 6 luglio 2012, più comunemente definito spending review. Lo scopo è quello di conferire razionalità alla spesa pubblica; non sempre, però, il risultato è coerente con gli auspici.
E’ notizia di queste ore, però, che il decreto all’esame dell’aula contenga misure restrittive all’autonomia degli enti previdenziali autonomi. I risparmi dei professionisti nelle casse di previdenza privatizzate – tra queste la Fondazione Enasarco – potrebbero infatti essere utilizzati con lo scopo di risanare il bilancio dello Stato.
L’articolo 8 della sopraccitata spending review sembra lasciare poco spazio ai dubbi nel passaggio in cui sottolinea come le pubbliche amministrazioni inserite nell’elenco Istat (tra queste figura anche l’Enasarco) «sono tenute ad adottare interventi di razionalizzazione per la riduzione della spesa per i consumi intermedi sostenuta nel 2010 nella misura del 5% per il 2012 e del 10% a partire dal 2013». Tradotto dai numeri alle parole: gli enti previdenziali privati come l’Enasarco saranno obbligati a risparmiare con lo scopo di versare le somme risparmiate nelle sofferenti casse dello Stato.
Torna quindi d’attualità la vecchia contestazione relativa all’inclusione dell’Enasarco, ormai fondazione privata, nell’elenco Istat. Con la sentenza n. 224 del 11 gennaio 2012 emessa dal Tar del Lazio si è riconosciuta l’autonomia, organizzativa, gestionale e finanziaria agli enti di previdenza e, pertanto, lo Stato avrebbe dovuto cancellarli dall’elenco delle amministrazioni pubbliche stilato ogni anno dall’Istat.
L’ordinanza del Consiglio di Stato che, per ora, ha sospeso l’esecutività della sentenza del Tar potrebbe però rimettere in discussione il problema.Se Enasarco, insieme agli altri entri previdenziali privatizzati, non comparisse nell’elenco dell’Istituto Nazionale di Statistica eviterebbe la sforbiciata che il Governo è in procinto di varare insieme alla spending review.
